Pelé, i mille goal della perla nera

(GDB) Con i francobolli sono stati celebrati e commemorati gli avvenimenti più disparati e bizzarri: un classico esempio è il francobollo che celebra il presunto uomo più vecchio del mondo, Javier Pereira, colombiano, che secondo quanto affermato nella dicitura del relativo francobollo celebrativo, avrebbe avuto, al momento dell’emissione, nel 1957, l’incredibile età di 167 anni.

Sulla veridicità di questa affermazione, riportata sul francobollo delle poste colombiane, è lecito nutrire qualche dubbio, perché probabilmente al presunto momento della nascita del longevo Javier, nel 1789, l’anagrafe in Colombia era una realtà non stabilizzata e verosimilmente affidata ai registri ecclesiastici e, presumibilmente, la data di nascita è stata calcolata in modo deduttivo.

L’eterogeneità dei temi riscontrati nelle emissioni filateliche suggerisce proprio un tipo di collezione nella quale rappresentare i soggetti più inusuali e curiosi. Un francobollo dedicato ad un singolo calciatore fa certamente parte di questa ricerca tematica.

Normalmente gli argomenti trattati nelle emissioni filateliche sono di tutt’altro tenore. L’utilizzo di questo mezzo per commemorare gli avvenimenti e dare loro maggiore risalto e la grande attenzione per i temi trattati, costantemente dimostrata in ogni epoca dal potere costituito, sono la dimostrazione della sua enorme potenza evocativa e di propaganda politica e sociale.

Ed invero ancora oggi, le innumerevoli richieste che pervengono alla Consulta filatelica, Organo preposto alla programmazione delle emissioni di Poste Italiane, testimoniano il ruolo di diffusori capillari di notizie che i francobolli svolgono ancora, nonostante sulla corrispondenza siano sempre più rari, sostituiti da etichette, labels, codici a barre e similari supporti, che pure comprovano il pagamento della tassa postale dovuta per il servizio.

L’elevato potere icastico e la forza simbolica e rappresentativa del francobollo, non sfuggì a nessuno fin dai lontani anni della sua invenzione e la scelta dell’immagine dei regnanti era evidentemente la più naturale. Dove un re non c’era, come in Svizzera o a San Marino, si privilegiarono elementi figurativi, altamente simbolici del Paese emittente.

Il problema socio-politico dei soggetti e delle ricorrenze da celebrare, si pose in un momento successivo, ovvero quando gli Stati cominciarono ad emettere francobolli commemorativi e non più semplicemente con l’effigie del regnante o con i simboli nazionali.

In Italia, la dinastia dei Savoia rinunciò alle proprie “prerogative” d’immagine, solo a favore di Giuseppe Garibaldi, autorizzando nel 1910, l’emissione di quattro francobolli per commemorare il 50° anniversario del “Plebiscito delle Province meridionali”.

Invero si trattava dell’annessione del Regno delle due Sicilie, ed il riduttivo, se non indebito, termine “Province meridionali”, era relativo solo a ciò che esso era divenuto dopo la proclamazione dell’unità d’Italia.

Ma ritorniamo subito al francobollo che vediamo nell’immagine. Si tratta di un valore postale emesso dal Brasile nel 1969, per celebrare il millesimo goal in gare ufficiali del fuoriclasse Edson Arantes do Nascimento, detto Pelé, verosimilmente il più grande calciatore della storia di questo intramontabile sport, ancora oggi il più diffuso nel mondo.

Pelé nacque il 23 ottobre 1940 a Tres Corações in Brasile e non aveva ancora compiuto sedici anni quando segnò per il Santos il suo primo gol in un incontro ufficiale, esattamente contro il Corinthians.

A soli 17 anni giocò la sua prima Coppa del Mondo, la vecchia coppa Rimet, guadagnandosi “i gradi sul campo” con le sue doti atletiche e calcistiche straordinarie, il fiuto per il goal e l’istinto felino del centravanti.

Pelé ripagò la fiducia riposta in lui dai compagni e dai dirigenti, segnando un gol contro la nazionale del Galles nei quarti di finale e poi ancora con una tripletta contro la Francia in semifinale.

Un fuoriclasse assoluto, dotato di una tecnica perfetta e di una velocità incredibile, tutto accompagnato da una intelligenza calcistica e da una intuizione fuori dal comune.

Concluse questo primo trionfale mondiale con due goal memorabili segnati nella finale contro la Svezia.

Il primo dei due goal, fu determinato da un inverosimile “sombrero”, in Italia “bicicletta”, con il quale scavalcò l’ultimo difensore svedese per poi appoggiare con un tocco lieve, quasi una carezza, la palla in rete. Il difensore svedese Sigge Parlin dichiarò: “Dopo il quinto gol avevo voglia di applaudire”. Incredibile.

Dopo il fischio finale, il bambino prodigio del calcio mondiale, venne portato fuori dal campo in trionfo sulle spalle dei compagni, non riusciva a frenare le lacrime. Il mondo aveva scoperto l’esistenza della “Perla nera”.

Proprio Pelè realizzò il centesimo goal dei carioca in un Mondiale, e proprio contro l’Italia, durante la finale messicana: un magico colpo di testa, sullo slancio di un salto che lo fece rimanere  sospeso in aria, fermando il tempo ed il cuore di brasiliani e italiani, per un magico ed eterno secondo.

Ricordo ancora quel goal come una ferita nella memoria, ma a distanza di 50 anni, smessi i panni del tifoso, devo riconoscere la superiorità schiacciante di quella nazionale verdeoro, forse la più forte squadra di tutti i tempi, che mise a tacere a Città del Messico una pur grandissima nazionale italiana.

Tarcisio Burgnich, il difensore italiano cui durante quella finale di Città del Messico del 1970, era stato assegnato l’improbo compito di marcare Pelé, dichiarò dopo la partita: “Prima della partita mi ripetevo che era di carne ed ossa come chiunque: mi sbagliavo”.

Pelé è una leggenda vivente che nel corso della sua prestigiosa carriera, ha stabilito alcuni records sorprendenti. Nel 1969 realizzò appunto il suo millesimo goal, di fronte ad una folla osannante nel famoso stadio Maracaná, celebrato anche col francobollo che vediamo in foto. Il goal venne realizzato su rigore contro la squadra del Vasco da Gama e durante l’esecuzione avvenne un fatto altrettanto unico nel calcio. I compagni di squadra del Santos invece che restare nei pressi dell’area di rigore per una eventuale ribattuta sulla respinta del portiere, si allinearono sulla riga di centrocampo lasciandolo solo col suo destino di campione.

Pelè si apprestava a battere il penalty e ad un certo punto si giro indietro accorgendosi della lontananza dei compagni. Provò a chiamarli più volte, chiese loro di avvicinarsi ma fu lasciato solo, solo con la certezza del goal numero 1000. Come lui stesso ha recentemente dichiarato, ebbe paura ma riuscì a spingere in fondo alla rete  anche quella.

I suoi primati sono ineguagliati: in sei occasioni realizzò cinque goal durante un incontro. Per ben 30 volte realizzò 4 reti. 92 le triplette realizzate.

Durante un incontro tenutosi nel 1964 contro lo sfortunato Botafogo, Pelé realizzò otto reti! Nel corso della sua lunga e non sempre fortunata carriera, fu vittima di alcuni infortuni, e infine realizzò 1281 goal in 1363 partite.

Pelé è ancora oggi un idolo nazionale del Brasile ed è divenuto sostanzialmente un ambasciatore del suo Paese nel mondo.

Nessuno si è meravigliato allora, e tanto meno oggi, che gli sia stato dedicato un francobollo. E’ uno di quei rari casi in cui si è tutti dello stesso parere, anche perché la vita privata di questo grande campione non ha mai dato adito a nessuno scandalo: Pelé può essere indicato come un esempio per i giovani. Funzione indispensabile affidata ai grandi campioni dello sport: non sempre ben espletata.

Più in generale, proprio per la sua capillare diffusione, il calcio è uno dei soggetti ricorrenti nelle emissioni filateliche di tutto il mondo e ogni anno vengono emessi decine di francobolli che celebrano tornei e manifestazioni: la disputa dei campionati mondiali è l’occasione in cui si contano centinaia di emissioni: pochi sono i Paesi che non celebrano questo avvenimento di risonanza globale.

Infine in questa massima attenzione “politica” e sociale ad esso riservata,  si apprezza quanto il francobollo, anche in questo mondo ipertecnologico e ormai votato ad altri tipi di comunicazione,  pur non in connessione diretta col suo utilizzo postale, continui ad avere un suo posto di rilievo tra i mezzi di comunicazione, una vita documentale propria che prescinde dall’uso postale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Mar 9, 2021 | Posted by in Articoli | Commenti disabilitati su Pelé, i mille goal della perla nera
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