La musica bizantina tra passato e futuro: i francobolli ricordano 

(di Pantelis Leoussis) La musica e gli strumenti musicali dell’antica Grecia e dell’età ellenistica non scomparvero alla fine di queste epoche storiche, ma continuarono ad esistere e ad evolversi nell’impero bizantino. Alcuni strumenti musicali sono stati trasmessi nella loro forma originale, come il salterio, la pandura e il tamburello. Questi nomi di strumenti musicali si riscontrano ancora oggi nei Balcani.

Le conoscenze degli studiosi sull’origine della notazione musicale bizantina sono limitate poiché i primi elementi scritti di testi musicali bizantini risalgono al IX secolo. Fino ad allora l’unico documento

pervenutoci è il cosiddetto Papiro di Ossirinco, del III secolo, scritto nell’antica notazione musicale greca. È un testo musicale sacro di una setta dell’epoca, ma lo stile che lo caratterizza è molto più vicino alla musica bizantina che al mondo greco antico.

Vengono menzionate molte e grandi figure di innografi bizantini, come Gregorio Nazianzeno, Romano il Melode, Andrea di Creta, Giovanni Damaschino, Kosma di Gerusalemme e molti altri. Nessuno di questi purtroppo è stato onorato con l’emissione di un francobollo, con la sola eccezione della brillante figura di San Giovanni Cucuseli (Giovanni Kukuzelis) che visse nel periodo antecedente la caduta di Costantinopoli. 

Cucuseli praticò per anni l’ascetismo sul Monte Athos ed è stato commemorato con emissioni filateliche in Bulgaria e Albania.

La produzione di inni bizantini è stata particolarmente ampia, sia per qualità che per quantità, tanto che nel periodo successivo al 1050 la Chiesa decise di bandire la composizione di nuovi inni! Da allora, i cantori degli inni si sono accontentati dell’elaborazione e dell’arricchimento di quelli già esistenti, ma questo non ha certo significato che di volta in volta non abbiano composto in realtà …opere originali.

La musica bizantina è, ovviamente, monofonica: qualsiasi tipo di polifonia o armonia, secondo gli standard occidentali, è completamente estranea alla tradizione bizantina. È anche noto che la musica secolare e popolare di Bisanzio era costantemente e spietatamente perseguitata. Forse è per questo che non sappiamo quasi nulla di essa.

Sebbene la società cristiana bizantina ponesse restrizioni alla musica (pagana) dell’antica Grecia, nelle cerimonie antiche e nei balli pomposi, continuò ad esistere sotto le spoglie della musica secolare, ma fu severamente condannata dai Padri della Chiesa. San Giovanni Crisostomo (IV secolo) si riferiva alla musica dei banchetti bizantini come “musica pornografica” e ai canti accompagnati da una lira come “canti demoniaci”.

La pratica della “musica oscena” e dei banchetti fu condannata anche da Clemente d’Alessandria e da Basilio di Cesarea.

Basilio ha condannato in particolare la pratica di eseguire la lira greca e altri strumenti dell’antichità nei banchetti, perché aumentava l’ebbrezza di coloro che bevevano vino!

Naturalmente, la persecuzione presuppone l’esistenza di un perseguitato. Quindi la musica popolare esisteva. Una prova oggettiva della sua diffusa presenza sono i numerosi strumenti musicali che compaiono negli affreschi e nelle icone bizantine.

 

Strumenti musicali che potevano avere solo un uso secolare poiché, come sappiamo, la melodia religiosa bizantina era servita esclusivamente dalla musica vocale. Come possiamo vedere, le lire, i liuti, i flauti, le cornamuse, il salterio e gli altri strumenti ad archi e fiato, sono più o meno esistiti da allora.
Gli strumenti del tipo arpa sono principalmente il Salterio, un membro della “Noble Orchestra”, che era anche conosciuta come Canonaki, ma anche come “arpa” o “chitarra”, a causa della varietà (o confusione) della nomenclatura avvenuta nel tempo.

Anche il salterio è uno strumento proveniente direttamente dell’antichità, dove era noto per le sue numerose corde, almeno venti. Ai nostri giorni sopravvive sia come “Kanonaki” (suonato con i “chiodi”) e come “Santouri” (suonato con le baguette).

Ciò che merita una menzione speciale è la storia dell’organo di chiesa, per il quale, purtroppo, non abbiamo una raffigurazione filatelica.

Lo strumento ecclesiastico bizantino, utilizzato principalmente nel Palazzo per eufemismi e saluti, trae la sua origine dalla “idrauli” o “idraulo”, un antico strumento greco di epoca ellenistica, di origine alessandrina. La storia racconta che pervenne in Occidente come dono degli imperatori bizantini agli imperatori occidentali, dove si evolse, e invece di utilizzare l’acqua pressurizzata per produrre suoni attraverso i tubi, fu utilizzata l’aria compressa.

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Giu 7, 2021 | Posted by in Articoli | Commenti disabilitati su La musica bizantina tra passato e futuro: i francobolli ricordano 
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