La conservazione dei francobolli nuovi con gomma: 10 consigli utili

(di Giuseppe Di Bella) A fronte delle ricorrenti domande poste da diversi Soci e da altri Amici collezionisti in merito alla conservazione dei francobolli nuovi con gomma, ritengo opportuno condividere alcune considerazioni.

Integrità strutturale ed integrità documentale

Se si parte dall’assunto che la collezione dei francobolli nuovi deve essere costituita da francobolli allo stato tipologico e qualitativo posseduto al momento dell’emissione, è innegabile che la gomma, quale elemento originario e costitutivo del francobollo, è partecipe della sua “integrità” strutturale, così come la carta, la stampa, la filigrana e la dentellatura. Ma mentre un difetto nella carta (strappo, abrasione) o nella dentellatura (mancanze), riduce l’integrità fisica di una carta valori,  danneggiando il francobollo nella sua materialità documentale, l’assenza della gomma di fatto non ne riduce la significatività giuridica, storica e culturale.

La gomma (o colla) è un elemento tecnico e funzionale del francobollo. Essa viene stesa ab origine al retro dei valori postali per renderne più immediato e facile l’utilizzo primario ovvero l’applicazione sulle missive. Nei lavori preparatori del Penny black, si parla appunto di “francobollo adesivo”. 

Nonostante la sua relativa rilevanza dal punto di vista documentale e storico, alla gomma ed al suo stato di conservazione è stata attribuita nel tempo una sempre maggiore importanza, sia collezionistica che, di conseguenza, commerciale: questo fenomeno ha determinato una notevole incidenza del suo status qualitativo sulla valutazione commerciale del francobollo nuovo “con gomma integra”.

Questo processo, comune oggi a molti altri settori merceologici e segnatamente a quelli collezionistici, ha sostanzialmente una genesi di origine sociale e commerciale e può essere definita come “rarefazione qualitativa”. In pratica la tendenza a collezionare oggetti di “qualità superiore” che si è sviluppata e consolidata nel corso degli ultimi 60 anni, tende a rendere raro un oggetto attraverso l’esaltazione di una caratteristica qualitativa spesso “secondaria”, che può assumere il ruolo di “indice di qualità e rarità assoluta”. 

Questa lenta ma progressiva enucleazione qualitativa di “materiali eletti”, ha portato a valutare oggi i francobolli con “gomma integra” anche 3 o 4 volte i corrispondenti tipi con traccia di linguella. Stessa operazione di rarefazione qualitativa è stata realizzata in merito alla centratura della vignetta dei francobolli che, negli ultimi 40 anni ha assunto un notevole rilievo collezionistico e quindi commerciale.

Vi sono anche esempi più estremi di rarefazione relativa alla qualità, come quello dei fumetti o delle monete e banconote da collezione che in perfetto stato di conservazione raggiungono cifre anche 20 volte superiori a quelle di qualità media.

Sappiamo tutti, per diretta esperienza, che il profilo psicologico del collezionista è spesso quello di un perfezionista, di un “innamorato” degli oggetti che studia e colleziona: questo dato non va sottovalutato perché aiuta a comprendere il rapporto qualità/prezzo, che discende anche dalla godibilità tecnica ed estetica di una moneta (rilievo, leggibilità) o di un francobollo perfetto (freschezza, vivacità dei colori etc.) rispetto ad uno di qualità media.

Nel settore filatelico, la verticalizzazione dell’importanza dello status della colla, ha avuto l’effetto di emarginare dal mercato e dal collezionismo i francobolli senza gomma che vengono quotati come tali solo fino al 1900. Di fatto i gusti collezionistici consolidati e quindi le sottese politiche commerciali, tendono a privilegiare i materiali di altissima qualità, naturalmente o relativamente rarefatti, e ad ignorare i francobolli senza colla, non presenti nelle vendite, salvo gli esemplari antichi e molto rari. Corollario di quanto precede è la loro bassa quotazione.

Come combattere la degenerazione della gomma 

Esaurita questa doverosa premessa, vediamo alcune precauzioni che possiamo adottare per conservare i francobolli con gomma nel migliore dei modi.

La gomma è un elemento molto variabile e delicato, è infatti molto più semplice la conservazione dei francobolli usati, lavati e quindi privati di essa. La colla, specialmente quella utilizzata fino agli anni ottanta, invecchia naturalmente, tende a scurirsi più o meno uniformemente e può essere substrato di degenerazioni batteriche. Vediamo come si possono contrastare questi fenomeni.

 I francobolli sono come i “vampiri”

 In presenza di talune condizioni ambientali, la gomma “invecchia” molto più velocemente della carta ed ha la tendenza a scurirsi o a degenerare attraverso “ossidazioni” di origine batterica (a colonia) e mutazioni chimico fisiche che determinano cambiamenti di colore più o meno uniformi (così detta gomma bicolore).

La gomma degenera tanto più rapidamente quanto più sono presenti fattori di rischio che attengono in buona parte al modo e all’ambiente in cui vengono conservate le collezioni di francobolli nuovi (ma le precauzioni che seguono sono consigliate anche per la conservazione dei francobolli usati).

I fattori di rischio principali, cui si raccomanda ai collezionisti di prestare particolare attenzione, sono:

1 – il tasso di umidità dell’ambiente in cui vengono conservati i francobolli, da considerare il “nemico” principale della gomma;

2 – la luce naturale diretta o molto intensa, in quanto tale, anche se l’album è chiuso. I francobolli infatti sono come i vampiri… amano il buio e detestano la luce specialmente quella naturale;

3 – i batteri ovvero la vicinanza con alimenti o altre fonti batteriche;

4 – gli insetti xilofagi ed in particolare il Lepisma saccharina meglio conosciuto come “pesciolino d’argento”, molto attratto dalla gomma dei francobolli. Infatti il suo nome deriva dal fatto che questo insetto si nutre preferibilmente di carboidrati come lo zucchero. Il lepisma predilige le sostanze che contengono amido o polisaccaridi come la destrina usata negli adesivi, ama quindi cibarsi di colla, come quella che si trova nelle legature dei libri, nelle foto … nei francobolli con gomma;

5 – la presenza di linguella o di parte di essa se contiene corpi estranei;

6 – la presenza di aderenze di materiale estraneo;

7 – la presenza di corpi estranei nell’impasto della carta del francobollo;

8 – la presenza di corpi estranei nell’impasto della stessa gomma;

9 – la conservazione dei francobolli nuovi all’interno di taschine di plastica ermeticamente chiuse con fondo di carta o cartoncino (specialmente nero);

10 – il permanere della gomma a contatto diretto con carta o cartoncino (peggio se nero), e non in pergamino o plastica di adeguata qualità.

In merito a questo ultimo punto, a fronte delle frequenti degenerazioni osservate nelle collezioni nuove, conservate in album senza doppia taschina di plastica, tutte le ditte che realizzano album per francobolli, hanno adottato questo standard produttivo.

In particolare, per quanto riguarda la gomma “bicolore” va detto che questo è un fenomeno chimico fisico. Ripetuto che la gomma non dovrebbe mai stare a contatto con la carta o il cartoncino, le fasce di diverso colore che osserviamo, sono l’effetto della luce che filtra all’interno del classificatore. Infatti la luce agisce in modo diverso e produce un diverso effetto scurente sulla parte del francobollo che resta sotto il listello rispetto alla parte che ne resta inevitabilmente fuori. Risultato: la gomma si presenta con due o più fasce di colore nettamente diverso.

 
 
 

Negli ultimi 50 anni ho visionato migliaia di collezioni di francobolli nuovi (e usati) ed ho osservato che una corretta conservazione riesce a mantenere la gomma pressoché inalterata per molti decenni: tante collezioni ultra centenarie sono infatti ancora in ottimo stato di conservazione.

Di contro, in molti casi ho riscontrato uno stato di conservazione non ottimale, proprio perché inficiato da uno o più fattori di rischio tra quelli sopra delineati: ne ricordo in particolare una che mi venne mostrata nel 1984.

L’importante collezione, dopo la morte del proprietario, era stata dagli incauti eredi relegata per anni in una cantina molto umida. L’intera raccolta si era totalmente ossidata e presentava macchie a colonia di origine batterica. L’umidità subìta era stata tale da sciogliere la gomma facendola colare. Ricordo che oltre ai francobolli singoli e in quartine di Regno, colonie e Repubblica, vi era una accumulazione di fogli interi a partire dalla serie dell’UPU del 1949. La gomma dei fogli aveva assunto un colore bruno scuro ed era inoltre costellata da ossidazioni a macchia ed a colonia che ormai comparivano anche sulla parte anteriore del francobollo. I pesciolini d’argento avevano aggredito i fogli in più punti. Il danno era irreparabile.

Dedichiamo dunque un po’ di tempo al benessere delle nostre collezioni, prestiamo massima attenzione alle condizioni ambientali in cui vengono conservate ed ai materiali utilizzati. Questo grande e diffuso patrimonio documentale di cui siamo custodi va salvaguardato per essere consegnato… al XXII secolo!

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Gen 31, 2025 | Posted by in Articoli | Commenti disabilitati su La conservazione dei francobolli nuovi con gomma: 10 consigli utili
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