La Battaglia delle Ardenne

 

Il grande valore culturale della filatelia risiede nella sua capacità di stimolare la ricerca e di rappresentare materialmente gli avvenimenti della storia così come commemorati nei francobolli dalle generazioni che si susseguono. La filatelia è anche memoria e Pantelis Leoussis ce lo ricorda con questo bellissimo articolo su un episodio centrale della seconda guerra mondiale.

 

(di Pantelis Leoussis) Il 16 dicembre 1944, nel tentativo di fermare l’avanzata delle forze alleate, il Führer lanciò un attacco disperato. Una battaglia che  metterà l’ultimo sigillo sulla sua fine.

Il piano d’attacco era preordinato a recuperare Anversa per tagliare fuori il 21° gruppo di Armate al comando di Montgomery dalle truppe del generale Bradley. Eisenhower fu quindi di nuovo un avversario del generale Gerd von Runstedt, comandante dei due eserciti tedeschi sul fronte occidentale.

Per questa operazione, gli Alleati mobilitarono 7 divisioni corazzate, 8 divisioni di fanteria e 2  di paracadutisti. Un totale di 400.000 uomini e 1.100 carri armati. Questi si sono confrontati con 9 divisioni corazzate e 4 divisioni di fanteria, tra cui la 5ª Armata Puncher. La forza dei tedeschi raggiunse 250.000 uomini e 1.000 carri armati.

Per fermare l’avanzata degli Alleati e recuperare il porto di Anversa, Hitler decise di lanciare un’importante offensiva, anche allo scopo di espellere gli Alleati dai Paesi Bassi. Ciò avrebbe costretto Churchill e Roosevelt a negoziare una tregua.

Per questa battaglia furono reclutati vecchi e bambini, “grandi e piccoli”, provenienti dalla Gioventù Hitleriana, tutti con un addestramento militare rudimentale. Furono letteralmente gettati in battaglia tutti coloro i quali erano “in grado di trasportare un’arma”. A questa campagna fu dato il nome di Volkssturm (rabbia del popolo).

Su richiesta del Ministro dell’industria bellica, Albert Speer, il ritmo della produzione di carri armati aveva subito un’accelerazione. L’ammiraglio Göring ordinò anche il trasferimento sul fronte occidentale di 1.500 aerei: ma dopo la perdita dei giacimenti petroliferi rumeni, i tedeschi avevano perso parte delle loro forniture di carburante. Questo è il motivo per cui Von Rudstet raccomandò un singolo attacco che sarebbe stato limitato all’area del fiume Mosa.

Tuttavia Hitler non ascoltò il consiglio dei suoi strateghi militari e ordinò un attacco generale. Contava sul maltempo che non consentiva agli aeroplani degli alleati di decollare e mirava ad impadronirsi delle loro scorte di carburante. Sapeva inoltre anche che gli inglesi e gli americani non credevano che i tedeschi fossero capaci di un simile contrattacco.

I piani di battaglia vennero tenuti segreti al punto che solo pochi generali vennero messi al corrente. Uomini e mezzi venivano spostati di notte, con gli aerei tedeschi che sorvolavano costantemente la parte anteriore delle colonne per coprire qualsiasi rumore di movimento. Quattro Armate tedesche erano di stanza tra nord e sud con l’obiettivo di distruggere l’ottavo corpo dell’esercito americano comandato dal generale Middleton.

A nord, la VI Armata SS di Puncher doveva impegnare il fronte americano vicino a Saint-Vith, un importante centro di comunicazioni, per attraversare poi il fiume Mosa a Liegi e conquistare Anversa, dove erano appunto ubicate le scorte di carburante alleate.

 

 

 

 

A sinistra c’era la V armata con l’ordine di occupare Bastogne, uno strategico incrocio stradale e ferroviario nella zona, per poi attraversare la Mosa tra Liegi e Namur, con l’obiettivo finale di occupare Bruxelles. La XV Armata aveva occupato l’ala destra del fronte.

La disorganizzazione degli alleati ebbe un ruolo importante nel successo di questa operazione. Fu allora che il colonnello Otto Skorzeny, un uomo fidato di Hitler e senza paura, armò le sue forze speciali travestendole con uniformi americane e ordinò loro di interrompere i segnali stradali, distruggere i cavi telefonici e compiere ogni sorta di atti di sabotaggio e fraudolenti. Quando fu scoperto il primo soldato tedesco travestito, gli americani furono costretti a effettuare un’identificazione completa di tutti: per far cadere in un tranello i tedeschi meno riconoscibili e che parlavano un buon inglese chiedevano ai sospetti “Quale è il risultato di una tale partita di baseball?” o “quale è il nome del cane di Roosvelt?”.

Il 16 dicembre 1944, 20 divisioni tedesche attaccarono le 6 divisioni Alleate. L’VIII Corpo d’Armata, rinforzato dai reparti corazzati, riuscì a creare una spaccatura nelle linee della V armata americana. Intanto i reparti motocorazzati di Dietrich ritardavano in modo significativo la VII armata americana a Saint-Vith.

I tedeschi, grazie al supporto della armata Puncher delle SS, furono in grado di avanzare molto rapidamente. Lo stesso giorno, un razzo V2 eslose in un cinema di Anversa. Dei 1.200 spettatori, 567 furono uccisi, 296 dei quali erano soldati alleati.

In risposta a questo attacco, Eisenhower mandò tutte le sue forze corazzate nelle Ardenne. Mandò al fronte di terra anche la CI divisione trasporto aereo, poiché gli aerei non potevano decollare a causa del maltempo. I paracadutisti arrivarono a Bastogne il 19 dicembre, rafforzando così la X divisione corazzata americana.

 

A Bastogne, gli americani si trovavano infatti in una situazione molto più incerta che altrove. Tuttavia, i due reggimenti americani respinsero tutti gli attacchi tedeschi fino al 26 dicembre, data in cui una falange della III Armata di Patton sbarcò e riprese parte della città. In questi combattimenti gli americani  subirono gravi perdite: dei 22.000 soldati di Saint-Vith, 8.000 persero la vita.

Fortunatamente per loro, ad un certo punto il vento ha iniziato a cambiare, gli attacchi vennero costantemente respinti e i tedeschi erano sempre più in una posizione difficile a causa della mancanza di carburante. Con il miglioramento del tempo l’aviazione alleata iniziò ad operare e con ripetuti attacchi alle retroguardie tedesche distrusse un gran numero di carri armati interrompendo le comunicazioni tra le varie unità tedesche.

 

 Il II Reggimento Puncher fu quasi completamente distrutto dalla II divisione corazzata americana. Dal 26 dicembre 1944, il contrattacco tedesco si trasformò in un ripiegamento ma i tedeschi continuarono a resistere agli attacchi degli Alleati. Il 5 gennaio 1945 fu lanciata l’operazione “Bodenplatte”, che riprese 27 basi aeree alleate in Belgio e nel sud dei Paesi Bassi.

1.035 aerei furono usati per questa operazione che causò la distruzione di 156 aerei alleati e la perdita di 277 aerei tedeschi.

Fino al 18 gennaio 1945, data di chiusura ufficiale dell’offensiva delle Ardenne, si verificarono altri sanguinosi scontri, fino a quando il 20 gennaio i tedeschi tornarono alle posizioni di partenza. Alla fine del mese, le truppe tedesche ripiegarono oltre il Reno.

Il contrattacco tedesco causò la morte di 10.733 americani, 42.316 feriti, 22.636 prigionieri mai trovati, nonché la perdita di 733 carri armati, 1.300 veicoli e 592 aerei.

Gli inglesi persero 1.400 soldati e i tedeschi contarono 12.652 morti, 38600 feriti, 30582 dispersi; persero 600 carri armati, 5.000 veicoli e 1.000 aerei. Le vittime tra i civili furono terribili:  2.500 belgi hanno perso la vita e 11.000 case vennero distrutte.

Gli americani sostituirono le loro perdite umane e materiali in poche settimane. Ma i tedeschi non riuscirono a fare lo stesso. Con questo contrattacco, riuscirono solo a prolungare la loro difesa sul Reno per sei settimane.

Secondo molti storici, con questo attacco, Hitler stesso accelerò il processo della sua caduta e fece un grande regalo ai sovietici perché indebolì notevolmente le sue forze, dando così un grande vantaggio al suo ex alleato Stalin, le cui forze continuavano a marciare da Est. Le perdite umane e materiali patite nell’offensiva delle Ardenne non gli consentiranno ulteriori efficaci difese delle Germania e saranno quindi determinanti per la fine del Terzo Reich.

Set 16, 2019 | Posted by in Articoli | Commenti disabilitati su La Battaglia delle Ardenne
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