I francobolli di Paolo VI: dalla cronaca alla storia

(G. Di Bella) “La tomba amerei che fosse nella vera terra, con umile segno, che indichi il luogo e inviti a cristiana pietà. Niente monumento per me”. Queste parole sono tratte dal testamento di Paolo VI e ci danno immediatamente la misura di questo grande Papa, morto il 6 Agosto 1978.

Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini, era nato il 26 settembre 1897 a Concesio in provincia di Brescia. Era stato eletto al Soglio pontificio il 3 Giugno 1963, dopo il breve ma intenso pontificato di Giovanni XXIII, che aveva cambiato il modo di comunicare tra il Successore di Pietro e i fedeli.

Dal punto di vista collezionistico e commerciale filatelico, il periodo del pontificato di Paolo VI fu molto complesso. Infatti ebbe inizio proprio nel momento dell’esplosione del boom filatelico che portò ad un aumento spaventoso delle tirature dei francobolli, a fronte di un insensato incremento speculativo della richiesta.

Soggetti completamente estranei alla filatelia, convinti di investire in tal modo proficuamente il proprio denaro, cominciarono a impegnare notevoli capitali in francobolli, acquistando…”per sentito dire“ e a fogli interi, le emissioni di Italia, Vaticano e San Marino…ma anche Svizzera, Francia, Germania Occidentale … Paraguay.

Molti Paesi emittenti percepirono le potenzialità economiche (e speculative) di questo imprevedibile fenomeno socio-economico e iniziarono ad aumentare le tirature delle emissioni, creando dei mostri da decine di milioni di tiratura, che ancora oggi vagano reietti sulla scena filatelica: fantasmi monitori dell’insostenibile leggerezza dell’essere.

Ma la filatelia non ha fretta, va oltre il suo presente e infine prescinde dal suo stesso mercato perché la cronaca che essa rappresenta è destinata a diventare subito storia proprio per la  valenza “documentale” intrinseca dei francobolli. Infatti ripercorrendo le emissioni di questo pontificato così importante, scorre innanzi agli occhi la storia dei nostri anni recenti, fresca di giorni e intensa di significato e sensazioni. Una per tutte, la serie emessa per la chiusura del Concilio Vaticano II, voluto da Giovanni XXIII e portato a termine, dopo la  sua morte, da Paolo VI.

E se nei francobolli emessi per l’incoronazione di Paolo VI (l’ultima per il momento) è raffigurata la tiara papale, simbolo anche del potere temporale, questi stessi francobolli diventano subito storia perché il Papa nel 1964, con un gesto di assoluta portata storica, decise  di rinunciare all’uso della tiara, mettendola in vendita per aiutare, con il ricavato, i più bisognosi.

Un atto significativo che cambia la storia della Chiesa cattolica universale e ne aumenta l’autorità spirituale. Paolo VI sorprende tutti, sembra un conservatore ma in realtà ha un obiettivo ben chiaro: rendere la Chiesa di Roma più vicina all’uomo. Coerentemente a questo progetto, Paolo VI fu il primo Papa ad utilizzare l’aereo e a recarsi ripetutamente all’estero, anche in Paesi lontanissimi per visitare i fedeli e rendere così concreta la vicinanza del Papa. Proprio nel corso di un viaggio in Estremo Oriente, nelle Filippine venne ferito da uno squilibrato.

Un Papa presente e attivo nella vita sociale: famosa la sua lettera alle Brigate rosse, che tenevano prigioniero l’amico Aldo Moro che indirizzò “Agli uomini delle Brigate rosse”. Non bastò.

Nel corso della funzione tenuta in memoria di Aldo Moro, il Papa, profondamente addolorato e ferito dalla morte dell’amico, recitò una delle omelie più significative e poetiche che si ricordino a memoria d’uomo.

“Ed ora le nostre labbra, chiuse come da un enorme ostacolo, simile alla grossa pietra rotolata all’ingresso del sepolcro di Cristo, vogliono aprirsi per esprimere il «De profundis», il grido cioè ed il pianto dell’ineffabile dolore con cui la tragedia presente soffoca la nostra voce”. Umile, riflessivo e riservato: spirituale ed a tratti ascetico, Paolo VI, si dice indossasse il cilicio, provando nelle sue carni il dolore del martirio.

I francobolli documentano, rappresentano, commemorano e infine costituiscono una memoria indelebile dell’umanità. Una collezione è un libro di storia vera e viva e spesso poco costosa: quelli che vediamo fanno parte della serie di quattro valori, emessa nel 1965, in occasione della visita di Paolo VI all’ONU, dove tenne uno storico discorso. La serie completa, costa 30 centesimi, sia nuova che usata e la collezione completa di tutti i francobolli emessi durante il pontificato di Paolo VI costa pochi Euro.

Quanta storia in pochi centimetri quadrati, quanta storia per pochi spiccioli.

Riproduzione riservata

Mar 4, 2020 | Posted by in Articoli | Commenti disabilitati su I francobolli di Paolo VI: dalla cronaca alla storia
http://www.siacomputer.it by S.I.A. COMPUTER