Come collezionare

Cosa e come collezionare:

divertimento o investimento?

(di Emanuele M. Gabbini)

Cosa collezionare

La filatelia ha una tale gamma di “specializzazioni” che sarebbe davvero singolare collezionare un “tema” secondo parametri diversi da quello del “mi dà piacere”.

Riassumo brevemente le “suddivisioni” del tutto fittizie, necessarie solo in caso di esposizione a concorso, che contempla la Federazione Internazionale di Filatelia:

  1. a) filatelia tradizionale – studio di uno o più francobolli (nuovi o usati, singoli o multipli, sciolti o su lettera) di un’emissione o di un periodo storico secondo le loro caratteristiche tecniche (stampa, filigrana, dentellatura, ecc.) o il loro uso postale. Inoltre anche saggi e prove di stampa relativi a disegni adottati o non accettati; falsi usati per posta e francobolli fiscali usati per posta.
  2. b) storia postale – studio di lettere e buste usate, interi postali usati, francobolli usati ed altri documenti postali in modo da sviluppare un aspetto della storia postale. Ad esempio: servizi postali prefilatelici, servizi postali locali, regionali, nazionali o internazionali, tariffe postali, vie di trasporto della posta, bolli ed annullamenti, destinazioni, posta militare – da campo – d’assedio – prigionieri di guerra – internati civili, posta di navigazione marittima o per vie fluviali, posta per ferrovia, uffici postali ambulanti, corrispondenza recuperata, corrispondenza disinfettata, corrispondenza censurata, corrispondenza tassata, automazione dei servizi postali, posta di servizio e posta in franchigia, servizio dei pacchi postali, servizi a denaro, servizio telegrafico, mail art, pubblicità sulla corrispondenza, “valentine”, ecc.
  3. c) filatelia tematica – sviluppo di un tema (praticamente infiniti) seguendo un piano ed usando la più ampia gamma di materiale filatelico che metta in evidenza in modo ottimale dal punto di vista filatelico le caratteristiche tematiche del soggetto scelto.
  1. d) aerofilatelia – studio di documenti postali trasmessi per via aerea che portino la prova di aver volato.
  1. e) astrofilatelia – studio di documenti postali relativi agli aspetti storici, tecnici e scientifici collegati alla ricerca spaziale ed ai programmi spaziali.
  1. f) interofilia – studio di esemplari nuovi/usati di interi postali di un Paese o territori omogenei.
  1. g) filatelia fiscale – studio delle marche fiscali e dei documenti rappresentanti tasse, canoni o crediti, emesse da uno stato o da autorità municipali.
  1. h) maximafilia – utilizzo di “cartoline maximum” che hanno il principio della massima concordanza possibile tra francobollo, cartolina illustrata e annullo postale al fine di sviluppare un tema.

Detto tutto questo, non c’è nulla di male… nel collezionare buste gialle affrancate con francobolli rossi se questo è quello che dà piacere al collezionista.

Un collezionista, salvo quando espone la sua collezione a concorso, e questa deve necessariamente uniformarsi ai regolamenti federali italiani o internazionali, può formare la sua collezione con il materiale filatelico (francobolli, interi, buste, ecc.) e non filatelico (cartine, editti, cartoline illustrate, ecc.) che più soddisfa la sua fantasia ed il suo desiderio di analisi e studio.

Come collezionare

Spero non sembri una contraddizione con quanto affermato sopra, ma io penso fermamente che una collezione debba essere “ordinata”. Le “regole” dell’ordine possono essere definite dal collezionista stesso, ma ci deve essere un ordine: l’alternativa non sarebbe più una collezione ma una raccolta, un accumulo di materiale più o meno coerente.

Sono così convinto che l’ordine sia importante (anzi è una delle gioie del collezionare) che i francobolli o documenti dovrebbero trovare sempre sistemazione su fogli d’album: di produzione industriale (e ve ne sono di bellissimi) o di produzione propria (e anche questa è una delle possibili gioie del collezionare). Sono quindi contrario, salvo che sia una situazione temporanea in attesa di sistemazione definitiva nei fogli d’album, a classificatori, scatole più o meno attraenti, bustine in pergamino, cartelline, ecc. Tutti questi oggetti sono invece molto utili per contenere, in modo ordinato, i doppi o comunque quei pezzi che si ritengono esuberanti e quindi da vendere o scambiare.

E’ interessante notare, a questo punto, che anche chi non fosse interessato ad esporre le proprie collezioni a concorso, dovrebbe studiare comunque i regolamenti delle esposizioni che stabiliscono i criteri di formazione delle collezioni di ogni classe (chi non fosse interessato ad esporre potrebbe modificare o integrare questi criteri a suo piacimento) e insistono sulla importanza di una pagina con il piano di collezione.

Il piano di collezione è veramente fondamentale non tanto per esporre, ma per collezionare! Il collezionista deve saper formulare (anche se solo per se stesso) la seguente struttura di piano:

“La presente collezione si propone di documentare…………(cosa?) ed è suddivisa nei seguenti capitoli: a)……, b)……, c) ……, d)……(cioè come?)”.

 E’ incredibile come un numero ingente di collezionisti, anche non alle prime armi, non sappiano esporre a voce o scrivere il piano della loro collezione che, magari, stanno formando da anni.

E’ proprio il “cosa” e “come” che dimostra la conoscenza, la fantasia e lo studio fatto da parte del collezionista: solo così infatti potrà ipotizzare in modo intelligente gli acquisti da fare e la loro priorità e, nel vedere i vari capitoli prendere sempre più forma e profondità, trarre quella soddisfazione di cui parlavo precedentemente. Penso di poter affermare con sicurezza che il piacere di trovare un pezzo che ben si “incastra” in un capitolo della collezione non è superiore a quello che si prova nel fare il piano di collezione quando ancora non si ha alcun pezzo!

E’ un po’ come lo schizzo per un pittore o le note del ritornello per un musicista o la trama per uno scrittore.

Se dovessi quindi indicare le fasi di come collezionare, indicherei:

1) avere una idea preliminare (un ottimo modo è sfogliare un catalogo di francobolli o leggere un libro di filatelia o osservare le collezioni esposte da altri collezionisti);

2) fare uno studio preliminare (inclusa una previsione economica onde… non aver sorprese successivamente);

3) fare la prima bozza del piano;

4) acquistare un po’ di materiale (magari acquistare un lotto dove il costo “per pezzo” risulterà basso e darà la possibilità di “toccare con mano” una certa quantità di materiale differente;

5) fare una seconda bozza del piano e cominciare a montare ciò che si è acquistato su fogli d’album,

6) continuare negli acquisti. Da qui in poi, che si esponga o meno, è mia esperienza che prima che la collezione possa definirsi soddisfacente, l’aggiustamento del piano ed il “rimontaggio” di tutti i pezzi con la loro descrizione e con le parti descrittive (normalmente all’ inizio di ogni capitolo) vada fatto almeno due e, spesso, tre volte.

 Dove fare i propri acquisti

Le fonti di approvvigionamento sono sostanzialmente

1) aste pubbliche o per corrispondenza

2) commercianti

3) internet

4) mercatini

5) scambi o acquisti da collezionisti

Ognuna di queste fonti ha i pro ed i contro che il collezionista imparerà man mano a conoscere e valutare.

Divertimento o investimento

Se si colleziona con passione e “con criterio” il divertimento è assicurato come pure l’investimento culturale.

Prima di parlare di investimento economico, bisogna notare che la collezione si sviluppa mediante l’acquisto di ciò che occorre secondo il piano di collezione e quindi le logiche di acquisto sono improntate più ad ottenere ciò che serve che non ad acquistare ciò che in prospettiva si pensa possa avere un plusvalore.

Quello che è certo è che una collezione ha sempre un certo valore economico e questo è un vantaggio rispetto a forme di divertimento a valore residuale zero (golf, cinema, viaggi, ecc.).

Se si vuole invece che il costo della collezione possa essere recuperato totalmente magari anche con gli interessi, malgrado non sia escluso che ciò possa accadere, si corre il rischio di farsi solo delle illusioni.

Bisogna ricordare che come tutti gli oggetti da collezione, la filatelia è:

1) soggetta a mode (alcune cose valgono molto oggi, ma magari non sarà così domani e viceversa)

2) sensibile alle vicissitudini economiche (rendendo magari problematica la vendita proprio nel momento in cui il collezionista vorrebbe di realizzare)

3) non ha parametri certi di valutazione (non esiste la borsa valori!)

4) il mercato è limitato e frammentato (in realtà si tratta di tanti micro-mercati creatisi con la “suddivisione” della filatelia in “branche” e l’ulteriore suddivisione in innumerevoli specializzazioni).

Naturalmente si possono fare anche in filatelia, più che investimenti, speculazioni e queste vengono fatte con una certa frequenza da operatori del settore: si tratta di “scommettere” sul valore futuro di un oggetto o di una serie di oggetti e cercare di rastrellare questi oggetti sul mercato al prezzo più basso possibile.

Sconsiglio vivamente questa attività a persone che non siano operatori esperti del settore.

Inoltre, ci sono sempre state, dalla seconda metà del secolo scorso, proposte di forme di “investimento filatelico”, fatte più o meno in buona fede e coinvolgenti il pubblico generale più che i collezionisti, ricalcanti sostanzialmente tre modalità mutuate dagli investimenti mobiliari:

1) garanzia/promessa di un reddito fisso e di un capital gain, cioè di un aumento del capitale iniziale, ad una certa data (imitando le obbligazioni convertibili);

2) acquisti specialistici/settoriali con promessa di interessante capital gain in un determinato periodo di anni (imitando i fondi chiusi di investimento);

 

3) vendita di “titoli” rappresentativi di una parte di un documento filatelico importante (imitando il mercato azionario).

Tutte le attività di questa natura, che siano di mia conoscenza, sono finite male, nel senso che un numero alto di “investitori” ha perso molto o tutto il capitale investito (il fallimento AFINSA in Spagna è solo l’ultima di queste operazioni in ordine di tempo).

Naturalmente queste operazioni, che nulla hanno a vedere col collezionare, specie se di dimensioni significative, possono poi provocare un impatto (di costo/prezzo) sul mercato filatelico dei collezionisti. Il mercato filatelico è infatti uno solo e contiene sia le transazioni per collezionisti che le transazioni speculative e quelle commerciali tra operatori.

Dic 2, 2017 | Posted by | Commenti disabilitati su Come collezionare
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