Il cardo: un tema spinoso … ma utilissimo

(di Pantelis Leoussis) Cresce dove non viene seminato. Nelle praterie, sulle rocce, ai bordi della strada. Resiste al sole, alla siccità e ai forti venti. Di solito lo superiamo senza particolare attenzione o cambiamo rotta per evitare le sue spine.

La tradizione che lo accompagna dal Medioevo vuole che i granelli bianchi sulle foglie del cardo provengano da gocce di latte della Vergine Maria. Ecco perché è chiamato anche “Silvio Mariano” o “Spina di Maria”.

I suoi fiori viola sono adorati dalle api  perché ricchi di nettare, i suoi semi sono il cibo preferito dei cardellini e sono uno degli antipasti più deliziosi per gli asini, da questo deriva il  nome popolare  che la pianta ha ricevuto in Grecia: spina dell’asino.

 

 

 

I cardi contengono principi attivi preziosi per la cura del corpo umano, conosciuti fin da tempi remoti. Pedanius Dioscoridis (40 – 90 AD), ad esempio, identifica nel cardo una serie di proprietà terapeutiche: consiglia il cardo per la guarigione delle ferite, la purificazione del sangue, la disintossicazione, la produzione di latte nelle donne che allattano e …contro la malinconia.

La medicina moderna ha scoperto molte altre proprietà della pianta, principalmente relative a due sostanze contenute nei suoi semi: le essenze attive silimarina e silibina,  due flavonoidi con attività disintossicante e antiossidante, 10 volte più potenti della vitamina E. L’attributo più importante della silibina è anche l’aiuto che offre nella rigenerazione delle cellule del fegato.

Ma i fiori di cardo contengono anche ingredienti preziosi per la protezione della pelle, antiossidanti e anti-invecchiamento.  A parte gli agricoltori che coltivano cardi per l’industria farmaceutica, gli altri sono particolarmente disturbati dalla sua presenza: viene infatti considerata un’erbaccia infestante che cresce facilmente, ha radici profonde e forti e raggiunge i 2 metri di altezza.

Descritto nel 1753 dal fisico svedese Charles Linnaeus, “Silybum Marianum” è originario dell’Europa centrale e meridionale, dell’Asia centrale e occidentale, e del Nord Africa. Ma nel tempo è stato “naturalizzato” in tutti i continenti.

Il cardo è l’emblema nazionale della Scozia dal XII secolo e la sua immagine è stata riprodotta  nelle monete d’argento fin del XIV secolo. 

È anche il simbolo dell'”Ordine del cardo”, una grande classe cavalleresca della Scozia. Lo troviamo anche in molti simboli scozzesi e il suo nome “Cardo” in inglese è contenuto nel nome di molte squadre scozzesi di calcio. Infine, il cardo era il simbolo dei servizi di polizia scozzese, ma anche l’emblema dell’Enciclopedia Britannica, la cui pubblicazione ebbe inizio a Edimburgo, in Scozia, nel 1768. Questa ricorrente presenza simbolica del cardo in Scozia è legata al seguente mito: una volta invasa la Scozia, l’esercito norvegese stava cercando di sgattaiolare di notte nascostamente nel campo scozzese. Durante l’operazione, uno norvegese ebbe la sfortuna di pestare un cardo gridando per il dolore. Quindi gli scozzesi furono avvertiti della presenza dei nemici e non furono presi alla sprovvista”.

Il cardo è anche uno dei simboli della Lorena, la regione storica situata nel nord-estdella Francia, al confine con Lussemburgo e Germania.

Questo simbolo divenne estremamente popolare tra i locali durante la battaglia di Nancy nel 1477, quando l’esercito lorenese sconfisse i borgognoni. Da allora, il cardo è ancora il simbolo ufficiale della città di Nancy  e l’emblema della squadra di calcio dell’AS Nancy!

                           

Nov 23, 2019 | Posted by in Articoli | Commenti disabilitati su Il cardo: un tema spinoso … ma utilissimo
http://www.siacomputer.it by S.I.A. COMPUTER